L’originalità dell’Ars Wetana
Vere e proprie opere d’arte realizzate con ago e filo che raccontano una lunga tradizione che ancora oggi si tramanda nel lavoro di abili merlettaie.
Nei primi anni del ‘900 un’idea del senatore Conte Eugenio Faina e realizzata dal figlio Claudio fu quella di creare una società di patronato, l’Ars Wetana, che avrebbe dovuto fornire alle donne un’ opportunità di lavoro a domicilio. A tale scopo fu dato un primo fondo alla figlia Maria Vittoria e alle nobildonne Eugenia Petrangeli e Paolina Valentini per poter iniziare questa ricerca. Venne così individuato il “merletto d’Irlanda” come tipo di lavoro congeniale. Da subito la lavorazione del merletto acquisì, nell’esecuzione e nei motivi decorativi, una sua tipicità locale. Infatti le decorazioni e gli ornamenti creati prendevano spunto dai soggetti e gli ornamenti del Duomo di Orvieto.
Ben presto, la lavorazione del merletto si diffuse anche al di fuori del contesto della società Ars Wetana e, nel tempo, ha generato creazioni sempre più varie e raffinate raggiungendo livelli di lavorazione sempre più complessi e artistici.
A cavallo tra le due guerre mondiali il merletto orvietano era una vera e propria fabbrica e dava lavoro a oltre 600 persone a Orvieto. Durante gli anni del Fascismo anche gli uomini, quelli non allineati che non trovavano lavoro, prendevano in mano filo e uncinetto. C’era chi disegnava, chi lo produceva, chi stirava e chi lo commercializzava.
L’ Ars Wetana ha cessato la sua attività di società di patronato nel 1974 per trasformarsi in azienda privata ma ancora oggi artiste del merletto di Orvieto continuano la tradizione di questa particolare lavorazione artigiana.