Il fagiolo secondo del Piano

La tradizione enogastronomica

Prodotti tipici

Il fagiolo secondo del Piano

L’oro bianco di Orvieto

Una coltivazione distintiva della città di Orvieto, un presidio Slow Food tornato a essere prodotto da piccoli coltivatori del luogo

La produzione del Fagiolo secondo del Piano, è limitata al Comune di Orvieto e ad una piccola porzione del Comune di Allerona, lungo il corso del fiume Paglia. 

Il nome deriva dal fatto che la sua semina avviene immediatamente dopo la mietitura del grano (si parla di fagiolo secondo proprio perché di “seconda semina”) mentre per “piano di Orvieto” si intende l’area di coltivazione ideale ovvero la pianura che si estende lungo il corso del fiume Paglia.

La coltivazione del fagiolo è riportata nei documenti della Cattedra Ambulante dell’Agricoltura  già a partire dalla fine del 1800. Un altro riferimento storico, trovato presso l’Archivio di Stato di Orvieto, è degli inizi del ventesimo secolo. Alcune persone anziane ancora viventi, ricordano le abbondanti coltivazioni del fagiolo nei terreni adiacenti il fiume Paglia, il cosiddetto Piano di Orvieto per tutta la prima metà del 1900, tanto che negli anni ’50 del veniva chiamato “l’oro bianco del Paglia” perché i coltivatori vendevano o barattavano il fagiolo  per acquistare l’olio di oliva. 
Oltre all’alto valore nutritivo, possiede la singolare caratteristica di avere una buccia sottile che lo rende molto digeribile. Per longevità, tradizione e particolarità, questo legume è divenuto Presidio Slow-food.