Lungo l’antica strada “romana”

Itinerari

Lungo l’antica strada “romana”

Arrivare a piedi ad Orvieto, tra colline vitate boschi e rose, su e giù tra paesaggi mozzafiato, antichi casali e cantine

Un'escursione lunga ma facile, adatta a tutti, da prendere su "slowly" attraverso i colli a nord di Orvieto, seguendo il tracciato dell'antica via "romana" che a tratti ancora affiora con i selci del basolato tra lele vigne. Il sentiero interamente segnato dal CAI con il numero 817 origina davanti alla stazionino FS di Allerona Scalo, collegata con il capoluogo di Orvieto da almeno sette treni regionali al giorno in entrambe le direzioni.

All’uscita stazione di sud/ovest di Allerona Scalo verso il paese(165m), si incontra subito il segnavia CAI 817; attraversato il piazzale si prende subito a destra un viottolo pedonale che porta verso le vie Ugo Foscolo e Dante Alighieri. Sbucati sul corso, il segnavia bianco-rosso conduce brevemente sul viale a destra per poi subito girare a sinistra imboccando via Felceta. Di qui si prosegue per stradelle fin sotto il viadotto dell’alta velocità ferroviaria, che si segue in Borgata Pianlungo(157m) fino dai imboccare una ciclopedonale che porta nei pressi del ponte sul fiume Paglia: in attesa di sistemazioni per una futura pista ciclopedonale protetta sul ponte, prestare attenzione nel passaggio stradale provinciale SP48 di via del Castelluccio. Giunti a Le Prese(162m), si gira a sinistra lungo l’asfaltata fino al primo incrocio: si imbocca a sinistra via Ponte Giulio, e dopo 500 m ca. a destra il percorso prosegue per un chilometro su una sterrata e poi carraia tra le vigne e il viadotto. Al termine si devia destra, si oltrepassa la strada provinciale e si imbocca di fronte via de la Salceta. L’itinerario per poderi e vigne raggiunge Casale dei Frati(195m), superato il quale e lasciata a destra una strada carreggiabile per Podere San Gregorio, si prosegue per girare a sinistra su una carrareccia che supera due guadi sui fossi(208m) e giunge sotto una magnifica vigna. Di qui in salita per argille(fare attenzione in caso di pioggia) seguendo i segnavia CAI si giunge in poco tempo ad uno Stradella sterrato(250 m) tra paesaggi sempre più imponenti sulla Macchia dell’Inferno e la valle del Lapone. Qui si incrocia il sentiero 819 CAI che porta a destra per Poggio Forno a Castel Viscardo e Castel Giorgio. Si svolta destra lungo lo stradello (segnavia 817 CAI) che in breve sale a Casino Viti(304m), una residenza fortificata oggi sede della cantina Neri(possibilità di sosta, visita guidata e degustazione). Visita facoltativa a Bardano Vecchio(chiesa e torre dei Templari). Il sentiero gira a “U” aggirando la cantina su un lato per discendere su sterrata tra vigne e oliveti verso Torre dell’Olfo(246m) e al ponte sul torrente Romealla. Giunti alla strada asfaltata(190m; Via dell’Aeroporto), si giunge al ponte che si attraversa lungo il guardrail(fare attenzione) , si prosegue per l’asfalto per 300 m per girare subito a destra su via del Lapone. Si sale lievemente fino al primo bivio con strada a sinistra in prossimità di Podere Stallone(225m). Superato per sterrata Podere San Marco e poi il bivio per Podere Palombaro(agriturismo con ricettività e servizi), si continua nella macchia fino a Podere dell’Acqua(332m) e la Località Palazzone. Incontrato il bivio a sin. per la Cantina Il Pallazzone(possibilità di sosta, visita guidata e degustazione), si raggiunge l’asfaltata presso il Resort Alta Rocca(ricettività e ristorazione). Bivio a ds. con sentiero 818 CAI per Castello di San Quirico e Castel Giorgio. Giunti in breve a Rocca Ripesena, “Il Paese delle Rose”, visita al roseto didattico , salita alla terrazza panoramica sulla Rocca(10 min.), e visita alla chiesetta di S.M. della Stella. Di qui il sentiero scende per coltivi e vigneti a Sferracavallo (parcheggio Oasi dei Discepoli, Hotel) e attraverso il parco comunale raggiunge la Dritta di Sant’Omanno per salire ad Orvieto. Da Orvieto centro per Stazione FS e di qui ad Allerona in treno: o anello della Rupe e Le Piagge(sentiero 820 CAI), oppure con funicolare da piazza Cahen in 3 minuti.

SULLE ORME DEI TEMPLARI AD ORVIETO
Il percorso passa da Bardano Vecchio, frazione di Orvieto: si tratta del “Pleberium Bardanii”, insediamento produttivo dell’Antica Precettoria Templare Orvietana, che custodisce ancora oggi testimonianze storico-artistiche della presenza dei templari che due secoli risiedettero in Orvieto e nei dintorni. Da vedere la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, già citata nelle Rationes Decimarum Italiae dal 1276 al 1297. La chiesa sarebbe stata eretta nel XII secolo dai Templari, affacciata su una variante della via Cassia percorsa dai pellegrini che si recavano a Roma. Forse è la stessa chiesuola dipinta sullo sfondo della tela raffigurante S. Antonio abate visibile all’interno dell’attuale edificio. La chiesa odierna, realizzata nel 1932 su progetto dell’architetto Carlo Zampi, sorge sul luogo della precedente che fu demolita e di cui furono riutilizzati i materiali per edificare i muri laterali. Ha un’unica navata, coperta a capriate lignee, con presbiterio rialzato e abside a pianta semicircolare come le due piccole cappelle che si aprono lungo i fianchi. La decorazione interna appare di gusto neomedievale e Liberty. La vicina Chiesa di Santa Maria delle Grazie, risalente al XII secolo, è a pianta ottagonale, con abside semicircolare e torre campanaria in facciata che costituisce una sorta di nartece antistante l’ingresso. Per le sue fattezze è chiaramente una cappella “ad similitudinem s. Jerosolimitane ecclesiae”, cioè simile a quella del santo Sepolcro, e si collega al tema ottagonale delle chiese di pellegrinaggio. Il riferimento più diretto per la chiesa di Bardano è la Cappella dei Templari di Laon in Francia. L’interno è scandito da paraste angolari ed è illuminato da una finestra posta sopra il portale e da due piccole aperture nell’abside. Nella volta absidale si ammira un dipinto a tempera eseguito dall’artista orvietano Livio Orazio Valentini.Da vedere anche il Donjon, uno dei due capisaldi costruiti a protezione della Precettoria templare posti all’inizio e alla fine del tratto della Via Cassia che attraversava l’altopiano di Bardano. L’edificio, oggi denominato Podere Corno, controllava dall’estremità orientale del pianoro il percorso verso nord della via Romea Teutonica e il ponte di Mastro Janne o Ponte Giulio sul fiume Paglia. Era una casa-forte, composta da un torrione e da un edificio ad esso addossato, che fungeva sia da abitazione sia da punto di osservazione e sia da nucleo fortificato. Oggi è in abbandono, e non visitabile all’interno. Del fortilizio sono ancora visibili le fondamenta in blocchi di tufo squadrati e regolari. Della primitiva forma ad arco a tutto sesto delle finestre e della porta rimangono evidenti tracce. Il Casino Viti: l’altro caposaldo a protezione della Precettoria è stato inglobato nell’edificio denominato Casino Viti e attualmente sede dell’ Azienda vinicola Neri. La costruzione occupa il lato occidentale del pianoro di Bardano, in una posizione strategica che permette un ampio controllo del territorio sia verso nord che verso sud. La parte centrale è databile al medioevo e doveva costituire il nucleo fortificato occidentale, gemello del donjon orientale. Il luogo su cui sorge l’edificio presenta notevoli testimonianze di insediamenti di epoca etrusca, che si riscontrano anche lungo tutto il costone tufaceo della rocca di Bardano. Le case- forti facevano parte del sistema difensivo dei Templari: nei pressi ci sono Torre Volpina, Torre della Fame e Torre dell’Olfo.

IL PAESE DELLE ROSE
A pochi minuti dalla rupe di Orvieto c’è un’altra rupe più piccola chiamata Rocca Ripesena, ai piedi della quale sorge un antico borgo. Questo luogo coniuga come pochi altri l’ armonia e la bellezza di una terra dove l’opera dell’uomo e quella della natura hanno trovato la loro massima espressione. E‘ il motivo per cui L‘A.Ge -Associazione Genitori di Orvieto lo ha prescelto e dedicato al fiore simbolo di bellezza e amore: la rosa. Grazie al fiore di maggio, Rocca Ripesena dal 2011 è oggi uno dei pochi borghi in Italia a poter vantare un percorso didattico con centinaia di varietà di rose che ne arredano i vicoli, i cortili, i muri di tufo e gli angoli nascosti fino a condurre il visitatore sulla cima della Rocca da dove si scopre Orvieto in tutta la sua imponenza. Si tratta di un vero e proprio “roseto didattico” realizzato dei volontari su un suolo pubblico messo a disposizione dal Comune di Orvieto. Così Rocca Ripesena, con il suo circuito di rose provenienti da tutti i Paesi del mondo, è diventato così a tutti gli effetti il Paese delle Rose.Ecco, dietro un angolo, sbucare una bella “Dama bianca” dell’Ottocento mentre, sul lato della chiesetta della Madonna della Stella, prendono il sole tre splendide rose, tutte legate a figure femminili: “La Follette”, attrice e suffragetta americana, “Duarte de Oliveira”, scrittrice portoghese, “Souvenir de la Malmaison”, in ricordo dei giardini francesi di Giuseppina Beauharnais Bonaparte. Le rose inglesi accolgono i visitatori accanto al parcheggio e lasciano il campo, all’interno del paese, alle rose francesi dell’Ottocento, per proseguire con le rose antiche classiche ai piedi della rocca tufacea e con le rose botaniche. Le piante sono poi divise in gruppi appartenenti alle diverse classi in modo da rappresentare, anche visivamente, l’evoluzione storica di questo fiore. (info: AGe 3381940386).

Informazioni utili:
IAT ORVIETO tel. 0763341772 e-mail [email protected]
CAI Orvieto tel. 3501760223 . web www.caiorvieto.it
GUIDE/ACCAMPAGNATORI: tel. e fax 0763375054 – 3290706607

• Mappa con percorso segnato con segni CAI bandierine a vernice bianco/rosso
• Traccia GPX